È POSSIBILE INVESTIRE IN MODO ETICO E RESPONSABILE?
Non tutti gli investimenti remunerativi sono sostenibili, basti pensare alle attività di imprese petrolifere e di produzione di armi. Proprio per questo motivo, negli ultimi anni sono stati introdotti alcuni principi che consentono non solo di aumentare il valore economico degli investimenti che si intendono sottoscrivere ma anche di accrescere l’attenzione e il rispetto verso l’ambiente e le persone.
LA SOLUZIONE RISIEDE NEL RISPETTO DEI CRITERI ESG (Environmental, Social, Governance)
Da James Gifford, studente di economia e convinto sostenitore delle tematiche ambientaliste, nasce l’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance) attorno agli anni Duemila. Questi tre criteri permettono quindi di identificare un investimento responsabile ed entrando più nel dettaglio possiamo definirli come:
L’analisi dei rischi/benefici economici che possono derivare da un certo investimento viene pertanto inglobata in una ricerca di informazioni che in realtà si mostra essere più ampia. Si tratta infatti di indagare anche su queste tre dimensioni, fortemente interconnesse tra loro, che riguardano l’impatto sul pianeta e sulle persone e quello generato dai principi amministrativi adottati dall’impresa stessa.
Un’impresa che riceve un punteggio alto in termini di criteri ESG sarà dunque una realtà caratterizzata da elevate performance e da una maggiore pragmaticità nell’affrontare eventuali periodi di crisi.
Tenere in considerazione tale livello di sostenibilità non consente solo di scegliere il miglior investimento, e quindi soddisfare i propri interessi economici, ma in una visione di lungo termine si traduce in impegno collettivo il cui obiettivo è appunto quello di aumentare il benessere futuro per la comunità.
COME VENGONO APPLICATI I CRITERI ESG NEL REAL ESTATE?
Il settore immobiliare è uno dei comparti più energivori e che produce circa il 40% delle emissioni di CO2 (solo il 10% è generata dalle nuove costruzioni). Per questo motivo diventa fondamentale implementare l’analisi economica con quella derivante dai fattori ESG, prima analizzati, per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dai Paesi membri dell’ONU nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Nasce quindi il concetto di città sostenibile sfruttando le tecniche di bioedilizia basate sull’utilizzo di materiali che generano il più basso possibile impatto ambientale. Si introducono dunque materiali riciclati, recuperati e riadattati in base al tipo di intervento da realizzare.
L’ESEMPIO DI BRICK UP E DI IMPRENDITORI CHE NON ATTUANO IL GREENWASHING
Uno degli aspetti critici è il fenomeno del cosiddetto greenwashing che gli esperti stanno cercando di approfondire e arginare. Come riconoscere tale pratica?
Con questo termine si vanno ad identificare tutte quelle aziende che costruiscono un'immagine ingannevole della propria realtà: condividono valori incentrati sulla salvaguardia dell’ambiente e sul rispetto delle persone quando invece le attività che svolgono sono tutt’altro che sostenibili.
Le tre raccolte che, fino ad oggi, sono state invece condotte da Brick Up hanno effettivamente fornito la possibilità di effettuare investimenti responsabili. I progetti proposti hanno scelto di rispondere il più possibile a queste nuove esigenze cercando di raggiungere elevati standard di efficientamento energetico e dando vita a complessi residenziali che fossero ben inglobati nel contesto urbano di riferimento.
“Residenze San Pietro in Casale” è stata la prima raccolta a presentare un progetto realizzato in bioedilizia con lo sfruttamento della nuova tecnologia introdotta con i pannelli in legno di abete multistrato XLAM. Forte di questo ha previsto inoltre la demolizione e contestuale ricostruzione di edifici pre-esistenti.
Quest’ultimo punto accomuna l’intervento con quanto è stato invece proposto in “Multiproject-basileus”, raccolta che da poco si è conclusa con successo. Trattandosi di due opere immobiliari distinte, in questo caso il team di sviluppo ha optato anche per la valorizzazione di un credito non performante così come è stato effettuato per l’operazione “Corte Palata”: si è evitato il consumo di nuovo suolo sfruttando al meglio le risorse già a disposizione.
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